“Accurrite Gentes, venite Fideles

Et mira Gregorii audite, cantate”

 

 

 

 

San gregorio taumaturgo

Padre della chiesa d’oriente e d’occidente

“Si vultis prodigia,

Doemones fugiunt,

Mortui resurgunt,

Odia fugantur”

 

 

 

 

In costruzione
Iconografia

A cura di Domenico Condito

             Il culto di San Gregorio Taumaturgo, Vescovo di Neocesarea ed evangelizzatore del Ponto, si affermò molto rapidamente.  Dopo la sua morte, avvenuta intorno al 270, una serie di racconti leggendari tenne vivo il ricordo del Santo nella tradizione orale delle campagne del Ponto, e già un secolo dopo era stata istituita una festa commemorativa in suo onore, che si diffuse presto in tutta la regione.

             Testimonia ciò Gregorio di Nissa che, in occasione della commemorazione annuale del Taumaturgo in una chiesa nei pressi di Amasea, pronunciò il celebre Panegirico, esaltando le virtù, le gesta e i miracoli dell’Apostolo del Ponto.

              Successivamente, Gregorio di Nissa e suo fratello Basilio il Grande, che consideravano il Taumaturgo il fondatore della Chiesa nella loro terra, contribuirono a diffondere il culto del Santo fuori dalla regione, favorendone l’espansione verso occidente, fino a Costantinopoli.

             A quest’opera contribuì anche il terzo dei grandi Padri Cappadoci, il poeta-teologo Gregorio di Nazianzo, che nel 380, proprio a Costantinopoli, nella chiesa dell’Anastasia, pronunciò i suoi Cinque discorsi teologici, nel tentativo di ristabilire l’ortodossia della dottrina trinitaria nella capitale. In quell’occasione, il Nazianzeno s’ispirò al Simbolo trinitario di San Gregorio Taumaturgo, ritenendolo il frutto di una rivelazione soprannaturale. Si tramandava, infatti, che il Taumaturgo avesse composto il Simbolo durante una visione notturna, “istruito sulla vera conoscenza della fede” dalla Madonna e da  San Giovanni Evangelista.

             Cinquant’anni dopo la “missione” del Nazianzeno, la fama del Vescovo di Neocesarea e del suo Simbolo si era definitivamente affermata nella capitale imperiale, e con essa il suo culto. Quando i monaci di Costantinopoli, per mano del loro decano Basilio, presentarono a Teodosio II una protesta contro la nuova dottrina del loro patriarca Nestorio, indicarono in Sant’Ireneo e in San Gregorio Taumaturgo i testimoni dell’autentica “tradizione” della fede.

             Agli inizi del VI secolo, San Gregorio Taumaturgo era ormai molto conosciuto e venerato a Costantinopoli, e il suo culto finirà per affermarsi nella chiesa  più importante della capitale dell’Impero: la basilica di Santa Sofia, che conserva ancora   residue testimonianze materiali dell’antica venerazione del Santo (la “colonna di San Gregorio”).

             Costantinopoli fu per secoli il principale centro d’irradiazione del culto di San Gregorio Taumaturgo nel mondo cristiano. A tale diffusione è associata un’ampia e, talvolta, pregevole  produzione iconografica, sviluppatesi sia in Oriente che in Occidente. In questa sezione del sito, si cercherà di documentare, per quanto possibile, questa straordinaria avventura artistica e spirituale, con l’obiettivo di costruire nel tempo una sorta di catalogo ragionato dell’iconografia gregoriana nei secoli. Le testimonianze di cui disponiamo sono già molteplici, e sorprendono, in qualche caso, sia per la notevole qualità artistica delle realizzazioni, sia per  l’importanza delle “storie” ad esse legate. Cominciamo col proporre qualche significativo esempio, nella speranza di poter un giorno portare a compimento, o perlomeno sviluppare in modo adeguato, questa difficile ma affascinate ricerca. Ci riserviamo, invece, di riprendere in altra sede la storia del culto del Santo, con i necessari approfondimenti.

                                                                                                   

       Milano, 22.4.2008                                                            © Domenico Condito

 

Per la visualizzazione clicca sull’argomento prescelto:

 

          L’icona dell’Ermitage di  San Pietroburgo

 

          Il mosaico del “Monastero di Ossios Loukas” in Focide

 

 

 

 

La Basilica di Santa Sofia a Istanbul  (l’antica Costantinopoli).  Fu costruita nel VI  secolo da Giustiniano sul sito di una precedente chiesa costantiniana. È considerata uno dei più grandi capolavori architettonici di tutti i tempi. Sormontata da una cupola grandiosa, conserva solo una parte degli splendidi mosaici bizantini che l’adornavano. Trasformata poi in moschea, oggi è un museo.

Photographer: http://www.fotografar.net Osvaldo Gago.

 

 

Interno della Basilica di Santa Sofia a Istanbul. La magnifica chiesa è stata per secoli uno dei principali luoghi del culto di San Gregorio Taumaturgo.  -  Photo by  Radomil  GFDL   .